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INCONTRO E PUJA CON IL MAESTRO LAMA TASHI
Domenica, 26 Luglio 2015
Una Domenica in cui la famiglia della Tashi Orphan School si è riunita per ascoltare il racconto di un momento terribile che ha coinvolto tutti noi, il terremoto del 25 Aprile 2015 in Nepal.
Lama Tashi ci ha raccontato in prima persona come ha vissuto quei terribili momenti durante il terremoto, di come ha reagito, di tutto quello che è stato fatto grazie alle donazioni ricevute e di quello che vuole fare in futuro.
Ecco la trama di questa preziosa giornata raccontata attraverso le parole del nostro Gyen Rinpoche Lama Tashi:
“Sette interminabili minuti che sono sembrati lunghi una vita, in cui la terra ha iniziato a tremare e sembrava non fermarsi mai, è stato spaventoso, prima dall’alto in basso, poi da destra a sinistra, mentre la città intorno a noi sembrava capovolgersi. La cosa più spaventosa era il rumore, così forte, così assordante, mai sentito prima di allora un rumore così terrificante. Siamo riusciti a scappare fuori dalla scuola. Nemmeno per un istante ho pensato a me, il mio unico e solo pensiero erano i miei bambini, era portare in salvo tutti loro.
Kathmandu era devastata, non vi so spiegare a parole quello che hanno visto i miei occhi, centinaia di cadaveri, persone che urlavano e piangevano, la disperazione sul volto dei sopravvissuti. Era l’inferno.
Gi insegnanti e gli educatori della Tashi Orphan School erano giustamente tornati alle loro case dalle loro famiglie e io ero là, da solo con 160 bambini scioccati da salvare. La prima settimana è stata la più dura, non avevamo niente da mangiare e niente da bere, i negozi erano chiusi o crollati, le banche e gli uffici non funzionavano, non c’era elettricità. Il nulla, niente di niente e non sapevo cosa dare da mangiare ai bambini. Poi piano piano, abbiamo reperito qualcosina qua, qualcosina là, tra la gente che conoscevo e che ci ha aiutato fino alla riapertura delle banche.
E poi i bambini, sono stato 24 ore su 24 con loro, senza lasciarli un momento. La cosa più importante per me al pari di nutrirli era far superare loro la paura. Così senza tregua infondevo loro i miei insegnamenti e le mie lezioni, li raccoglievo stretti intorno a me, dormivamo insieme accampati fuori sotto alle tende e ci svegliavamo insieme, ci raccoglievamo in lunghe preghiere e meditazioni perché potessero superare il trauma e ritrovare piano piano la loro energia e la loro forza. L’aiuto spirituale che ho potuto dare loro è stato per me anche più importante di quello materiale.
Prima del terremoto sono stato molto malato, i dottori non volevano assolutamente che io partissi e la mia presenza in Nepal in quel momento non era prevista. Non chiamatela fortuna, chiamatelo Karma, è il vento del Karma che mi ha voluto là in quel drammatico frangente. Un’indiscutibile prova di verità.
Quando ho visto che i bambini erano al sicuro e che avevano superato la paura ho detto loro che era il momento di mettere in pratica gli insegnamenti di Amore compassionevole che ricevono ogni giorno nella scuola. Così si sono fatti forza, si sono aiutati tra loro, i più grandi si sono presi cura dei più piccoli e tutti andavano tra la gente a portare un sorriso, una carezza, un abbraccio. Le persone intorno a loro piangevano e si disperavano e loro portavano con orgoglio una parola di speranza e di conforto.
Non vi so esprimere quanto sono orgoglioso di tutti loro, io stesso sono rimasto sorpreso di come sono riusciti a praticare i miei insegnamenti. Sono stati forti e coraggiosi e mi hanno aiutato tanto nel duro lavoro di tutti i giorni.
Davanti a tale devastazione non potevo far altro che condividere tutto quello che avevamo con gli altri sopravvissuti.
Perciò è iniziato il nostro cammino per portare aiuti a quante più persone possibile.
Come primo obiettivo avevamo l’area di Kathmandu e abbiamo quindi condiviso il nostro cibo e la nostra acqua con gli altri terremotati accampati intorno a noi. Poi man mano che ricevevamo le donazioni ci siamo spinti sempre più lontano.
Il secondo passo è stato portare cibo, acqua, bevande energetiche e rifornire in maniera continuativa di medicinali due ospedali, un ospedale da campo nelle vicinanze e il Bir Hospital, ospedale di 6 piani, entrambi stracolmi di persone ferite gravemente, in coma, senza arti, con ferite di ogni genere e tipo, che ogni giorno, anche dopo settimane continuavano ad arrivare. Portavo sempre con me i ragazzi più grandi della scuola che, a turno, mi aiutavano a distribuire aiuti e conforto.
Come terzo obiettivo abbiamo voluto raggiungere diversi accampamenti fuori da Kathmandu, dove sono accampate migliaia e migliaia di persone che hanno perso tutto. Abbiamo portato come sempre medicinali, cibo e indumenti, ma soprattutto acqua. Il principale problema infatti per questi accampamenti era l’acqua potabile, difficile da reperire e a costi proibitivi, così abbiamo predisposto un rifornimento continuativo con autobotti donato dalla Tashi Orphan School. E’ stato bello portare un sorriso alle migliaia di bambini accampati, con lezioni scolastiche e intrattenimento con canti e balli.
Il quarto importante traguardo che abbiamo raggiunto è stato riuscire a portare gli aiuti nei villaggi più remoti, rimasti per giorni esclusi, senza acqua e cibo e dove migliaia di persone tra cui tantissimi bambini hanno perso le loro case ma anche le loro scuole e quindi l’unica speranza di avere un futuro. In particolare due scuole, una in cui studiavano circa 700 bambini e l’altra, la Shree Haibung Mahadevsthan Secondary School in cui studiavano 465 bambini e lavoravano 26 insegnanti, completamente distrutta. I bambini che studiano in questa scuola provengono da diversi villaggi remoti e sono tra i più poveri di tutto il Nepal.
Dopo qualche settimana il governo nepalese spingeva affinchè si riprendessero le lezioni scolastiche e quando questi bambini sono tornati a scuola non hanno trovato nulla, niente più scuola, niente libri, niente banchi, più nulla, tutto era stato distrutto. E’ stato un momento terribile per loro, le loro menti erano completamente perse, dicevano “non abbiamo futuro, meglio morire”. Si vedeva la rassegnazione e la disperazione sui loro volti.
Dovevo assolutamente fare qualcosa. Così oltre ai soliti beni di prima necessità ho capito che la cosa più urgente da fare era portare loro libri, quaderni, matite e altro materiale scolastico e con una donazione abbiamo permesso loro di acquistare nuovi banchi, sedie, lavagne e uniformi. Perché tutto questo per loro significa speranza. E ritrovata la speranza hanno ritrovato anche il sorriso e la loro energia. Così hanno potuto riprendere le lezioni. Pensate, la scuola iniziava al mattino intorno alle nove e alle sette e trenta tutti i bambini erano già lì, pronti, con un ritrovato sorriso e gli occhi pieni di gioia.
Tra qualche giorno ripartirò per il Nepal per realizzare un altro progetto che considero in questo momento prioritario. Fuori la città di Kathmandu, nella zona dell’epicentro del sisma, ci sono cinque scuole dove il terremoto ha distrutto completamente le tubature dell’acqua che le alimentava. Per ora stiamo aiutando queste scuole con il rifornimento continuativo attraverso autobotti, che però risulta essere molto costoso. L’obiettivo è quindi quello di ricostruire uno alla volta il sistema idrico al più presto perché molti bambini si stanno ammalando a causa delle epidemie che derivano dalla mancanza di acqua potabile.
Sono state settimane durissime in cui il mio corpo e soprattutto la mia mente sono stati duramente messi alla prova. Ore e ore di strada da percorrere per arrivare ai villaggi più isolati, strade impervie e pericolose e fiumi in piena da oltrepassare. Al mattino quando mi svegliavo pregavo intensamente “Non farmi morire oggi, fammi tornare indietro, non farmi morire prima che io abbia realizzato il mio sogno e salvato tutte queste persone”.
Pregavo sempre, anche durante il giorno con i bambini e tutto è andato bene. Alcune mattine ero talmente dolorante e stanco per il duro lavoro che non riuscivo neanche ad alzarmi, ma la mia pratica rende la mia mente forte e la mia mente forte non ha mai vacillato e mi ha fatto resistere.
Scusatemi se non ho fatto tante foto a testimonianza di tutto il lavoro che abbiamo fatto ma voi lo sapete, questo non è il mio stile. Io sono tibetano, sono Buddhista e queste cose non sono importanti per me, ho preferito usare tutto il tempo e le energie che avevo per portare quanto più aiuto e conforto possibile. So che avete fiducia in me ma so anche che per voi è importante testimoniare il nostro duro lavoro e tutto l’aiuto che siamo riusciti a portare a migliaia di persone, perciò, adesso che la situazione è migliorata, riuscirò sicuramente a fare meglio in questo senso. Molte grandi organizzazioni hanno portato aiuti materiali e secondo lo stile occidentale hanno pubblicizzato molto il loro lavoro. Ma nessuno di loro portava a queste persone disperate un po’ di Amore. Io vi assicuro che oltre ai beni materiali noi abbiamo portato anche Amore e conforto, abbiamo portato una carezza, un abbraccio, un sorriso, abbiamo portato speranza e spiritualità e le persone che abbiamo aiutato lo hanno davvero capito e apprezzato e questo per me è più importante di qualsiasi altra cosa.
Ho accolto questa difficile prova come un dono, un dono per poter praticare gli insegnamenti del Buddha, per praticare la mia Compassione e il mio Amore incondizionato, per mettere tutto me stesso a disposizione degli altri. Sono davvero molto contento perché quando morirò so che morirò felice, perché la mia vita avrà avuto un senso.
Sono tanto orgoglioso anche di voi, di tutti voi, la grande famiglia della Tashi Orphan School, per tutto quello che avete fatto, per il vostro grande lavoro e il sostegno da qui. Ci sono centinaia di maestri nel mondo, io sono il vostro Maestro ma non mi sento nessuno, sono una persona semplice che vi dà dei consigli e degli insegnamenti su come raggiungere la vera felicità in questa vita. Io sono orgoglioso di voi perché seguite questi insegnamenti e avete capito che la spiritualità è il fondamento della vita di una persona, perché avete capito che la vera felicità non si costruisce con le cose materiali ma con la centralità della natura spirituale nell’esistenza. In questo periodo storico pieno di difficoltà, scontri e conflitti, in questo periodo di crisi anche economica in cui tanti hanno perso soldi, lavoro, casa, molte persone sono impazzite, molte persone non sono riuscite ad affrontare la situazione. Anche voi avete avuto molti problemi, di ogni tipo, ma avete anche sempre praticato i miei insegnamenti e state continuando su questa strada e tutto andrà bene per voi, perché avete capito che è la strada giusta. Se la vostra mente è forte tutto è possibile, se la vostra mente è debole anche il più piccolo problema o disturbo diventa insormontabile. Mantenete la vostra mente forte e pura, continuate a praticare e non arrendetevi mai e tutto andrà bene. Vi ho pensato tanto, prego sempre per ognuno di voi tutti i giorni e sono molto orgoglioso perché siete stati forti.
Grazie di cuore per tutto quello che avete fatto e per come avete affrontato la situazione, il buon Karma che avete accumulato durerà per molto tempo, vi aiuterà in questa vita e nelle prossime vite e vi assicurerà buona fortuna, salute e vera felicità. Ringrazio tanto anche la mia famiglia e mia figlia Dicky che è stata un aiuto prezioso come mia sostituta durante la mia assenza”. Poi ci siamo raccolti in una Puja in cui Lama Tashi ci ha chiesto di concentrarci e pregare intensamente prima di tutto per ognuno di noi e per i nostri personali problemi e difficoltà, poi per tutto il mondo, per il Nepal, per le migliaia di persone e animali morti, per i sopravvissuti e per tutti coloro che sono in difficoltà. Poi una preghiera per tutti i tibetani, per i bambini della Tashi Orphan School ed infine per lui.
Ci ha chiesto di pregare senza pensare alla religione, a Dio e al concetto che ognuno di noi ha di Lui, solo di pregare intensamente come esseri senzienti per tutti gli esseri senzienti, perché noi siamo parte del tutto, perché noi siamo tutto l’universo.
Un grande maestro e, come sempre, una grande lezione di vita, di Luce e di Amore.
Grazie Lama Tashi, NOI siamo tutti con te.
Katia