Drowa Sangmo è una delle storie buddiste più popolari, per giovani e meno giovani. Racchiude in sé il vecchio folclore tibetano, la storia, e l’introduzione al Buddismo. La storia è amata in modo particolare dai tibetani per il ricco simbolismo religioso in essa contenuto.
Introduzione
C’era una volta un luogo chiamato Mandal Gang, che veniva costantemente sconvolto dalle lotte tra i superbi abitanti senza morale e atei. La saggia Dakini Yeshi Khadroma, osservando questa regione, vide la sofferenza della sua gente. Decise di mostrare loro il cammino del Dharma; si incarnò nella figlia di un’anziana pia donna e fu chiamata Drowa Sangmo. Man mano che cresceva, la ragazza insegnava il Dharma ai genitori, che erano felicissimi di avere una figlia così saggia.
Trama
In quel tempo la regione era governata da una regina malvagia, chiamata Hashang Gyalmo. Anche il suo servitore fidato, Sema Rago era malvagio come la regina, mentre il marito, il Re Kala Wangpo era completamente sotto il suo controllo. Un giorno sparì il cane prediletto del Re mentre questi era a caccia. Il Re, sconvolto, annunciò che il giorno dopo sarebbero iniziate le ricerche del cane.
L’indomani giunsero ad una casa nel bosco e videro le impronte di un cane che andavano verso l’interno. Quando entrarono nella casa per chiedere informazioni ai proprietari, trovarono la bellissima Drowa Sangmo vestita con abiti eleganti, che mostrava tutte le caratteristiche di una Saggia Dakini. Il Re fu talmente rapito dalla sua visione che decise di prenderla in moglie; egli comunicò il suo desiderio ai genitori della ragazza.
Drowa Sangmo non voleva diventare la moglie di questo deplorevole Re, e pensò di volare nel regno delle Cinque Dakini per sfuggire questo destino. I suoi genitori la pregarono di non andarsene e di accondiscendere ai desideri del Re. Le ricordarono che se non avesse obbedito, avrebbero rischiato di essere uccisi dal re stesso. Drowa Sangmo sapeva che i genitori avevano ragione, quindi con riluttanza acconsentì di sposare il Re.
Per un po’ Drowa Sangmo fu felice. Aiutava le persone instradandole alla via del Dharma, e grazie alla sua influenza il regno viveva in prosperità. Presto Drowa Sangmo diede alla luce una Principessa, e tre anni dopo un Principe.
Un giorno la serva della perfida Regina Hashang andò in cima al palazzo e da lì spiò Drowa Sangmo e i suoi due figli. Riportò tutto alla sua Signora, che si sentì oltraggiata quando seppe che il marito aveva preso in moglie un’altra donna. La sua rabbia non conosceva limiti, e minacciò di fare molto male a Drowa Sangmo e ai suoi bambini. Per sfuggire alla collera della malvagia regina, Drowa Sangmo volò nella sua terra d’origine, la Terra delle Dakini. I due figli furono lasciati soli, e insieme al Re, il loro padre, caddero in uno stato di grande depressione.
Nel frattempo la Regina stava complottando un modo per eliminare i figli rivali. Convinse i suoi ministri a drogare il Re Kala Wangpo, e gli fecero bere una pozione velenosa. Il Re, sotto l’effetto di quella pozione sembrava impazzito, tanto che fu di seguito rinchiuso in prigione.
Ora la regina non aveva più impedimenti al suo disegno malefico di uccidere i figli di Drowa Sangmo. Finse di essere molto malata e affermò che solo i cuori del Principe e della Principessa potevano guarirla. Furono dunque ingaggiati due fratelli macellai per uccidere i due bambini, ma alla supplica di pietà del giovane Principe, non riuscirono a commettere quell’atrocità. Al posto dei loro cuori, portarono alla Regina i cuori di due cuccioli. La Regina li mangiò e si ristabilì.
Dopo qualche tempo, la Regina vide i due bambini che giocavano, e si infuriò per essere stata ingannata. Questa volta ingaggiò due pescatori senza morale per ucciderli, ma, ancora una volta, il Principe e la Principessa supplicarono pietà in modo così toccante, che anche due persone di poco cuore come loro non riuscirono ad ammazzarli. Fu così che li portarono lontano e li abbandonarono.
I bambini vagavano senza meta, impauriti e affamati. Fortunatamente la loro madre Drowa Sangmo li guardava dall’alto e prese la forma di diversi animali per guidarli verso un sentiero sicuro.
Ancora una volta la perfida Regina Hashang scoprì che il Principe e la Principessa non erano morti e decise di liberarsi di loro una volta per tutte. Fece catturare i bambini, li fece portare nel suo palazzo, dove comunicò loro che due boia li avrebbero gettati in un’enorme fossa buia. Le loro suppliche arrivarono al cuore di uno dei boia, che lasciò libera la piccola Principessa. L’altro uomo invece non fu toccato e gettò il Principe nella fossa.
Ma Drowa Sangmo, nella terra delle Dakini, compì un miracolo. Si trasformò in due aquile, un maschio e una femmina. L’aquila maschio si precipitò verso l’abisso e prese il Principe sulla sua ala. Per evitare che si schiantasse con le rocce sotto, Drowa Sangmo lo gettò nell’oceano. Immediatamente cambiò la sua forma e si trasformò in due pesci, un maschio e una femmina; il pesce maschio portò in salvo il giovane Principe sulla terra di Pemachen. Gli abitanti di Pemachen riverirono il piccolo Principe e lo incoronaro Re.
Quando tornò alla fossa, la Principessa, devastata dal dolore, non trovò alternativa che lanciarsi nell’abisso per raggiungere il fratello. Il boia la convinse a non farlo, e le suggerì di raggiungere la terra di Pemachen, dove gli abitanti si sarebbero presi cura di lei. Fece un viaggio lungo e estenuante, ma alla fine raggiunse Pemachen, dove si riunì con il fratello.
Tutto sembrava andare bene, ma c’era ancora un ostacolo da superare. La Regina Hasang sferrò un enorme attacco militare sulla terra di Pemachem, nella sua delirante determinazione di catturare i figli di Drowa Sangmo. Ma il Re e la Principessa erano troppo potenti, e la Regina fu uccisa dalla prima freccia lanciata del Principe.
Al giovane Re mancava ancora un’ultima impresa da portare a termine, ossia, doveva liberare il padre che era ancora rinchiuso nelle prigioni della sua terra natale. Quando giunsero al palazzo, il servitore della Regina fu immediatamente mandato in esilio; il padre del Re si riprese.
La famiglia era finalmente ricongiunta: padre e figlio si sedettero sul trono d’oro. I ministri, pentiti, chiesero perdono al Re. Fu ordinato loro di non commettere più azioni cattive in futuro, mentre i pescatori e i macellai, che avevano salvato la vita del giovane Re e dalla Principessa, ebbero una ricompensa. Quando ritornarono alla terra di Pemachen, furono festeggiati in pompa magna e vissero felici per tanto tempo.