Il regno di Sung Ling era governato in modo saggio, leale e in piena aderenza con la dottrina buddhista dal rispettabile Re Topkylha. Il Re sposò la Principessa Kunsangma, anch’essa retta e gentile, e molto amata dalla gente di Sung Ling. I sovrani vivevano felici, desideravano tanto avere un erede maschio, ma il figlio non arrivava.
Su consiglio dei suoi ministri, il Re partì per l’isola di Kosha dove avrebbe offerto preghiere per avere un figlio maschio. Quando fu sull’isola, il Dio Protettore di Kosha apparve in sogno al Sovrano: “Oh Grande Topkylha, Re del Regno di Sung Ling… avrete due figli: uno sarà la reincarnazione di Avalokiteswara, il Dio della Compassione; l’altro figlio invece, sarà la reincarnazione di Manjushri, il Dio della Saggezza!”. Il Re fu molto felice di questa rivelazione.
Presto la Regina diede alla luce un figlio maschio, che dimostrò doti speciali sin dai primi attimi della sua vita: appena nato recitò il mantra “Om Mani Padme Hum”. Fu chiamato Dhondup, che significa “Desiderio Realizzato”. Dhondup perse la madre a soli cinque anni: la Regina infatti morì improvvisamente lasciando il piccolo figlio e il Re nella disperazione.
Il Re Topkylha però sapeva che doveva trovare un’altra moglie; conobbe una donna povera e umile, la portò a Palazzo e la sposò. Il Regno aveva una nuova Regina, la “Regina Pemachen”, che presto rimase incinta. Nove mesi e dieci giorni dopo nacque un bel maschietto, che fu chiamato Dhonyo, ossia “Raggiungimento dell’Illuminazione”.
I fratelli Dhondup e Dhonyo si amavano molto ed erano inseparabili.
Un giorno, la Regina Pemachen, udì delle persone del villaggio che parlavano di Dhondup: “Dhondup diventerà il nostro nuovo Sovrano! sua madre si che era una vera Regina, non come Pemachen, che viene da una famiglia umile e povera!”.
Quelle parole rattristarono molto la Regina Pemachen; presto la tristezza si trasformò in rabbia e gelosia, tanto che escogitò un piano per liberarsi del primogenito del Re, Dhondup. Se fosse riuscita nell’intento, suo figlio sarebbe diventato il Re del Regno di Sung Ling.
Una mattina la Regina Pemachen si macchiò la bocca con del liquido e si finse malata. Il Re, suo devoto marito giurò di fare qualsiasi cosa in suo potere per guarirla.
La Regina inventò una storia su Dhondup: disse che era la rincarnazione di un demone che la stava tormentando, e che ai tempi aveva tormentato la sua vera madre.
Il Re, che aveva cercato a lungo una spiegazione sulla morte della prima moglie, credette a questa storia, ma, non avendo il coraggio di uccidere il figlio, optò per l’esilio in una regione selvaggia.Dhondup accettò gli ordini del padre, mentre il fratello Dhonyo era disperato all’idea di separarsi da lui. Il loro legame era così forte e speciale, che decisero di partire insieme con dei cavalli, degli elefanti e un po’ di cibo.
Fu un viaggio duro ed estenuante; presto dovettero vendere animali e attrezzature per comprare il cibo. Quando anche il cibo finì, Dhonyio, che diventava sempre più debole, non ce la fece più a proseguire e morì di stenti qualche tempo dopo. Dhundop, devastato dal dolore, depose il cadavere del fratello sotto un albero di sandalo, e costruì una staccionata per tenere lontani gli animali. Con il cuore pesante, proseguì il suo viaggio.
In cielo, due Dei osservarono quella scena straziante: provarono pietà e compassione per i fratelli e riportarono Dhonyo in vita. Quando Donhyo rientrò nel suo corpo, la sua unica preoccupazione fu di ritrovare l’amato fratello.
Dhondup camminò per miglia e miglia senza darsi pace. Un giorno vide un santuario dove viveva in solitudine un vecchio Lama: in quel luogo trovò un po’ serenità, ma il suo pensiero era sempre rivolto al fratello. Si può immaginare la gioia di Dhondup quando il Lama gli riferì della visione che aveva avuto: “Mio Caro, Dhonyo, tuo fratello è vivo, sta bene. Vi incontrerete presto, il Vostro destino è di rincontrarvi”
In quel periodo, il Regno di Yu Ling era colpito da catastrofi naturali che non avevano cause o spiegazioni apparenti. Il Sovrano del Regno, preoccupato, si rivolse a uno stregone, il quale gli disse che l’unico modo per porre fine alle catastrofi naturali era di trovare un ragazzo nato nell’Anno del Dragone e di sacrificarlo ai Nagas (gli spiriti dell’acqua che vivono nel lago).
Dhondup, si fece conoscere da tutti i ragazzi dei villaggi vicini: divenne famoso per le sue doti che – diceva – possedeva perché era nato nell’Anno del Dragone. Giunse presto all’orecchio del Re che nei paraggi esisteva un candidato ideale per il sacrificio ai Nagas. Il Sovrano mandò una squadra armata per catturare Dhondup; questi si nascose in un rifugio segreto, e il Lama negò ai mandanti del Re di conoscere il ragazzo. Quando però il Lama fu minacciato di morte, Dhondup, per salvargli la vita, uscì dal rifugio e fu portato a Palazzo.
Anche a Palazzo Dhondup piaceva molto. Essendo l’incarnazione della compassione, entrava subito nel cuore di tutti; presto la figlia del Re si innamorò di lui, ma anche il Re iniziò a godere della sua presenza. I ministri invece insistevano che doveva essere sacrificato ai Nagas. Dhondup comprese che la sua morte avrebbe fatto il bene del Regno, per questo motivo accettò di essere sacrificato. Il giorno fatidico arrivò: Dhondup salì su una barchetta insieme alla principessa, che non voleva separarsi da lui. Non appena questa si addormentò, si gettò nell’acqua del lago. Ma Dhondup era una persona speciale, e arrivò al Palazzo dei Nagas senza subire dei danni fisici. Rimase con gli spiriti dell’acqua per qualche mese, insegnando loro la filosofia Buddhista, in cambio, il Re Naga con una magia riportò Dhondup nella caverna del Lama. Che gioia fu rincontrarsi!
Grazie al sacrificio di Dhondup, il Regno di Sung Ling iniziò un periodo di grande pace e di prosperità.In segno di ringraziamento, il Re invitò il Lama a restare a Palazzo. Il Lama ordinò a Dhondup di travestirsi per non essere riconosciuto, ed egli obbedì. Ma Dhondup fu presto riconosciuto dal Re; a quel punto Dhondup gli raccontò tutta la sua storia, il Re lo perdonò e acconsentì al matrimonio con la figlia. Dopo poco il matrimonio, il Re trasferì il suo potere a Dhondup e se ne andò con il Lama sulle montagne a praticare il Buddhismo.
Un giorno Dhondup decise di andare a fare un giro nella foresta. Arrivò nello stesso punto dove aveva visto il fratello l’ultima volta. Poco lontano da lì un uomo stava raccogliendo della frutta dagli alberi. L’uomo fissò Dhondup, scese velocemente dall’albero e gridò: “Dhondup!”Dondhup si girò a guardare l’uomo e dopo qualche secondo capì: “Dhonyo! Dhonyo, sei tu, fratello mio!!” I due si abbracciarono, ridendo, piangendo, impazziti dalla gioia di rincontrarsi! Erano di nuovo insieme, e sembrava che nulla fosse cambiato. Ritornarono a Palazzo, e parlarono per ore degli anni che avevano vissuto separati.
I fratelli, ancora una volta insieme, tenevano testa a tutti, anche al perfido ministro Tishue, che organizzò un attacco contro Dhondup e il suo esercito. Fu sconfitto duramente, ma Dhundup, provando compassione per il ministro, lo riaccettò nel suo governo.
Qualche anno dopo, i due fratelli decisero di ritornare nella loro terra nativa. Quando arrivarono, il Re e la Regina furono felici di saperli vivi e implorarono il perdono. Il Re Tophyilha, che era oramai vecchio, trasferì i poteri a Dhonyo, e Dhondup ritornò nel suo Regno di Yu Ling. I due fratelli governarono le loro terre secondo gli insegnamenti Buddhisti della compassione, saggezza e giustizia, e fecero del loro meglio per aiutare tutti gli esseri senzienti. E da allora vissero tutti felici e contenti.